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Carlo Zabarini

Poeta dialettale, nato a Vespolate il 18 maggio 1936 e venuto a mancare nel dicembre 1996.

La fanciullezza di Zabarini è piena di tristi ricordi e di miseria. Durante la guerra, quand'egli era ancora bambino, fu impiegato come porta messaggi ai partigiani. Al termine del conflitto cominciano per lui periodi di serenità, garantita anche dal lavoro di muratore, ma nel 1959 un brutto incidente lo costringe per sette mesi all'immobilità e alla conseguente invalidità dal lavoro. Zabarini torna però alla vita: studia e consegue a pieni voti il diploma di infermiere, inizia a dipingere e ottiene il patentino di allenatore di calcio. Nel frattempo si radica in lui un'altra grande passione, quella della poesia, legata al dialetto vespolino.

Nelle sue poesie, come egli stesso afferma, non vi è alcuna pretesa artistica, ma solo il tentativo di lasciare qualche traccia della meravigliosa parlata dialettale vespolina. Parallelamente all'attività poetica, Zabarini si dedica alla pittura, dipingendo i luoghi e i costumi del mondo contadino delle risaie.
Nel 1967 si sposa e dall'unione con la moglie Giovanna nascono due figli.

Nella vita del vespolino non sono mancate le affermazioni artistiche, tra le quali un secondo premio in un concorso bandito da "La Stampa", e molte sono state le sue poesie dialettali pubblicate su diverse riviste novaresi e trasmesse per radio. Da ricordare, inoltre, le personali e le collettive di pittura dal 1962 in poi.

Uomo sincero e schietto, Zabarini (detto "Il Carletto") possedeva una rara dote a trovarsi: la sensibilità umana, esternata soprattutto attraverso la sua poesia: il canto di un uomo sofferto, provato dall'esistenza, che sente il declino della vita ma che in essa sa trovare sprazzi e momenti di sincera speranza. La dimensione artistica della sua poesia è il ricordo: il ricordo del mondo della sua giovinezza, della povertà e della propria terra, di cose semplici e quotidiane. La componente dialettale diviene così il legame tra significato e significante, il nesso indispensabile per dare vita alle immagini narrate.

Alla sua memoria è stata dedicata la sala polifunzionale (ex cinema) del Comune.

... Le mie poesie cantano pagine del passato, scritte con il cuore e per il bene per la mia terra, parole e frasi del tempo vissuto, per chi ancora deve viverle...
... Le mondine, i carri trainati dai buoi e dai cavalli, i prati ed i campi di fieno, i rosari recitati dalla nonna attorno al camino, le fredde sere d'inverno nelle stalle a declamare filastrocche e cantilene. E si restava estasiati, meravigliati!...
... Perché la gente delle mia terra non dimentichi...

C. Zabarini