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Oratorio della Santissima Trinità

L'oratorio nel suo contesto urbano
Scheda monumento
Indirizzo Via XXV Aprile, 18
Stile Barocco/Neoclassico
Periodo XVIII secolo
Condizioni Discrete
Proprietà Comunale (in concessione)
Visitabile Solo esternamente

L’oratorio della Santissima Trinità fu edificato nel 1704 su una precedente e più piccola chiesa cinquecentesca. Sorge lungo via XXV aprile a ridosso delle scuole elementari, nel cui cortile si trovava l'area del cimitero annesso.

Era anticamente officiata dalla compagnia dei disciplinati di Santa Maria Assunta, aggregata nel 1509 all’Arciconfraternita della SS. Trinità di Roma. Al tempo della visita pastorale del vescovo Speciano, nel giugno 1590, contava circa 200 confratelli; in quell’occasione furono prescritte nuove regole da osservare e si stabilì di innalzare una nuova chiesa più grande.
Nel 1762 il vescovo Balbis Bertone decretò di unire le confraternite del S.S. Sacramento e della S.S. Trinità.
Per diversi secoli la chiesa ebbe il suo Cappellano.

Durante la prima guerra mondiale fu adibita a magazzino; negli anni 1922-23 fu sottoposta ad un’opera di restauro da parte del parroco Don Carpani con la realizzazione dell’attuale pavimento a mattonelle in cemento e l’installazione di nuovi banchi. Nei registri della Confraternita del periodo 1933-1957 si annota un restauro della facciata consistito probabilmente nel rifacimento dell'intonaco nella zona inferiore e della tinteggiatura.

La confraternita in seguito si sciolse e a partire dal 1958 la chiesa non venne più officiata se non in particolari occasioni, quali la Via Crucis del venerdì santo. A causa dello stato di abbandono alla fine degli anni ‘80 l’edificio venne totalmente chiuso.

Nel 2004 l’amministrazione comunale Dosdegani ha avviato un progetto di conservazione e riuso che ha comportato un parziale restauro della chiesa per adibirla a sede espositiva. A tale scopo è stato concesso un diritto d'uso trentennale dell'edificio da parte della parrocchia di Vespolate. Il museo è stato intitolato ad Angela Malandra, madre dell'emerito professore Dino Formaggio, originaria di Vespolate.
L’attività del museo d'arte contemporanea è iniziata nel 2005 ed è proseguita fino al cambio di amministrazione nel 2009. Nel 2010 sono stati riscontrati problemi di sicurezza al tetto e l’edificio è stato nuovamente chiuso. L'amministrazione Migliavacca ha scelto di non proseguire l'opera di restauro e nel 2013 ha cessato il diritto d'uso restituendo l'edificio alla parrocchia, decretando quindi la fine dell'esistenza del museo.

Sito dell'ex museo malandra

Struttura dell’edificio ed opere artistiche

Facciata dell'oratorio

La chiesa è contigua alla muratura delle scuole elementari a nord e di un’abitazione privata a sud. Ad est confina con un giardino comunale mentre ad ovest si affaccia sulla via XXV aprile.

L’edificio è costituito da un aula rettangolare con abside poligonale, da un vano annesso che costituisce la sacrestia e da un campanile. È di dimensioni ridotte con una lunghezza di 23 metri, una larghezza di 7 ed un’altezza al colmo di 10,70. Le murature sono in mattoni pieni con tessitura regolare; il tetto è in legno coperto da coppi. Il campanile si trova sul lato nord ed è collegato al presbiterio della chiesa tramite una porta in legno; sul lato opposto si accede alla sagrestia.
La facciata è decorata da elementi classici simmetricamente disposti, quali i capitelli corinzi delle lesene.

Abside esterno e campanile della chiesa

L'impianto è costituito da un'unica navata; le pareti laterali sono ripartite da lesene binate a formare tre campate; la volta è del tipo a botte ripartita da arconi mentre quella sopra il presbiterio è del tipo a catino. L’interno è costituito da due ordini: il primo si conclude con un cornicione ed è privo di aperture, ad eccezione di due finestre dell’abside, mentre il secondo è scandito da finestroni sormontati da lunette decorate che si inseriscono nella volta di copertura. Le superfici sono tinteggiate da colori a calce in tinta unita senza decorazioni ad affresco. Capitelli e cornici delle finestre sono lavorate a stucco.

L'oratorio era diviso in due parti: una anteriore che serviva per la celebrazione delle funzioni religiose, dotata di un altare e un tabernacolo ed una posteriore in cui avevano luogo le riunioni dei confratelli. Sul muro che separava le due aree era dipinta la passione di Cristo. Inoltre l'oratorio possedeva un crocefisso usato per le processioni ed un quadro con la raffigurazione della Santissima Trinità con ai lati la Madonna e San Francesco; tale tavola è ora conservata nella parrocchiale.

Il ciborio dell'altare e la tela "il transito di San Giuseppe"

Il presbiterio è chiuso da una balaustrata in marmo sagomata a seguire la forma dei gradini. Al centro si trova un altare barocco in marmo variopinto con intarsi, simile a quello della pieve di San Giovanni. Alla spalle dell’altare si trova il coro settecentesco in noce, recentemente restaurato. Sopra il coro, all’interno di una cornice in pietra sagomata, si trova una grande tela settecentesca rappresentante “il Transito di San Giuseppe” di autore ignoto, restaurato ed esposto nuovamente nel corso del 2008.

Settecenteschi sono anche il grande portone a due ante d’ingresso e le porte di accesso alla sagrestia ed al campanile. Tra gli arredi lignei spicca la bussola d’ingresso, sormontata da un cantoria realizzata con pannelli in noce decorati ed affiancata da due grandi armadi fissi.

Il pavimento a mattonelle colorate risale verosimilmente ai restauri del 1922; tracce del pavimento originale in cocciopesto sono ancora visibili all’interno degli armadi e nella sagrestia. Quest’ultimo è un piccolo locale (25 mq) di forma quadrata, collegato esternamente ad un’altra proprietà; il soffitto è a volta con doppia crociera, il tetto in legno sormontato da coppi; le pareti sono tinteggiate con colori a calce quasi sbiaditi.