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Natura

Flora

Nel corso dei secoli la continua ricerca di spazi per la risicoltura ha fatto quasi estinguere totalmente l’originaria vegetazione autoctona che fino al Settecento rivestiva ancora buona parte del territorio vespolino. Oggi sopravvivono solo ridottissime aree verdi naturali lungo gli argini dei corsi d'acqua (prevalentemente robinie), la restante vegetazione è costituita da boschi di pioppo coltivati a filare, anche se in presenza minore in confronto ad altri comuni limitrofi ed in regressione rispetto ad alcuni decenni fa. Trattandosi di boschi della vita media di 10 anni circa, ne consegue che ad ogni taglio il paesaggio subisce un violento mutamento.

Un ambiente di particolar fascino è rappresentato dal terrazzo Novara-Vespolate, nonostante le operazioni di livellamento e terrazzamento degli ultimi secoli ne abbiano ampiamente modificato le condizioni originarie. All'interno di un territorio estremamente piatto, la zona del terrazzo offre scorci unici e particolari grazie alle lievi ondulazioni del terreno che ricordano vagamente la collina.

Fauna

Diorama di una garzaia presso il museo di storia naturale Faraggiana di Novara

Le risaie rappresentano un ecosistema funzionale alla vita ed alla riproduzione di una fauna ricca e complessa, composta da insetti, crostacei, molluschi, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi che trovano il loro habitat nelle ampie distese d’acqua che si formano con l’allagamento del suolo in primavera. Le moderne tecniche di coltivazione, che prevedono la perfetta livellazione del terreno e ripetuti cicli di asciugatura delle camere di risaia, nell’ultimo secolo hanno ridotto drasticamente il numero di specie presenti, molte delle quali, un tempo comuni, sono oggi scomparse o rilevabili solo occasionalmente; uova, larve e girini, infatti, se privati improvvisamente dell’acqua muoiono. Alcune specie di zanzara sono invece immuni a questo problema, in quanto le loro uova si schiudono appena immerse in acqua; private inoltre dei loro predatori naturali esse si diffondono in gran quantità.
Tra le specie quasi scomparse l’esempio più eclatante è quello della libellula, fino agli anni Settanta del Novecento ancora presente in gran numero ed in diverse specie.

Il ciclo della risaia

A dispetto dell’aver comportato la distruzione del patrimonio naturale esistente, la coltivazione del riso rappresenta anche una straordinaria attrazione paesaggistica nel suo ciclo durante il corso delle stagioni: dopo l’aratura e l’erpicatura, all'inizio della primavera i campi vengono allagati per la semina, formando uno sterminato "mare a quadretti" di grande suggestione che rispecchia i colori del cielo e caratterizza il paesaggio di blu. Nei mesi a seguire le piante crescono fino a formare una distesa di colore verde che ricorda i prati d’erba. Durante l'estate, con la maturazione delle spighe, i toni virano gradatamente dal giallo-verde al giallo fino a divenire, a maturazione completa, di colore giallo-oro. Tra settembre ed ottobre viene eseguito il raccolto dopodiché, col sopraggiungere dell’inverno, cala la quiete sulla campagna e talvolta la neve ricopre con il suo candore le risaie; si aspetta così il ritorno della primavera per ricominciare il ciclo.

Inverno
Primavera
Estate
Autunno

Riserve naturali

È possibile osservare la vegetazione originaria della Bassa Novarese in alcune oasi naturalistiche create nel vicino territorio comunale di Borgolavezzaro (Per informazioni: www.burchvif.it).
Un'area di conservazione della biodiversità locale, denominata "Chiappe del Torchio", nel 2008 era in fase di costituzione anche nel territorio di Vespolate prima che il progetto decadesse.