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Antonio Malusardi

Busto bronzeo del Malusardi

Giacomo Antonio Paolo Malusardi, senatore del Regno d'Italia e prefetto in Sicilia (1818-1891), ricordato come un uomo dal polso di ferro, gli viene riconosciuto il merito di aver stroncato il banditismo in Calabria e Sicilia ricevendo in premio onoreficienze e medaglie.

Iniziò la sua carriera nell'amministrazione provinciale a 21 anni percorrendo i gradi con grande lentezza, come era in uso all'epoca; dopo lungo tirocinio e studio nel 1860 raggiunse il grado di capo sezione del ministero dell'interno. Dimessosi poco dopo dalla carica salì rapidamente i gradi di consigliere, sottoprefetto ed infine prefetto nella sede di Catanzaro (1866) dove è ricordato per avere inferto l’ultimo colpo al brigantaggio calabrese. Fu in seguito prefetto di Foggia (1867), Forlì (1870), Rovigo (1874), Grosseto (1876), ancora Catanzaro (settembre 1876) e Palermo (dicembre 1876), fino al suo ritiro nel 1878.
Nominato senatore il 13 dicembre del 1877 ebbe tra i più importanti incarichi quelli di membro della Commissione permanente di finanza e segretario presso l’ufficio di Presidenza.

Nel cimitero di Vespolate, ove fu sepolto, è presente un suo busto in bronzo su piedistallo in granito, fatto erigere dai figli Enrico e Ferdinando. Il suo nome è legato ad una strada del paese mentre nel 2011, in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia, gli è stato intitolato l'istituto comprensivo di Vespolate. Questa decisione ha dato vita a numerose polemiche circa la reale natura del personaggio, egli infatti nel compiere il suo lavoro usò metodi tutt’altro che edificanti come il ricatto, la detenzione preventiva, la condanna a morte senza processo che secondo alcuni sono giustificabili perché normalmente in uso in quel periodo. Tra i sostenitori di questa tesi è la scrittrice novarese Maria Adele Garavaglia che nel 2011 ha pubblicato un libro dedicato alla vita del senatore vespolino intitolato "Un Prefetto per l’Italia – Antonio Malusardi da Vespolate in Sicilia".