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Giuseppe Ferretti

Musicista non di professione, nato il 27 febbraio 1913 e scomparso a Vespolate l’1 luglio 1995, è stato “maestro di musica e di vita” per diverse generazioni di ragazzi vespolini.

Figlio di una donna nubile, viene affidato all’ospizio provinciale degli esposti presso l’Ospedale Maggiore di Novara dove cresce con rigida disciplina tra studio e lavoro. All’età di quindici anni perde l’uso di un occhio, colpito da una scheggia mentre assiste nel lavoro un elettricista ma non si demoralizza, si impegna sempre più nello studio e nel 1931 ottiene il diploma di perito elettrotecnico presso l’istituto Omar di Novara.
Contemporaneamente inizia la sua attrazione verso la musica e riesce ad ottenere il permesso di studiare la tromba; tre anni più tardi consegue l’attestato di promozione dell’ultimo corso di tromba presso l’istituto musicale Brera di Novara. A 21 anni può finalmente lasciare l’ospizio; di lì a poco tempo, a Vespolate, conosce la futura moglie Irma con la quale si sposa nel 1939. Dalla loro unione nascono i figli Carlo, Luigi ed Ezio.

Ferretti lavora come elettricista, poi capo elettricista, presso l’Ospedale Maggiore, specializzandosi nella manutenzione degli impianti di radiologia. Per facilitare i sui interventi gli viene concesso di vivere all’interno dell’ospedale stesso, dove nascono e crescono i suoi figli. Parallelamente coltiva la sua passione per la musica entrando a far parte di alcune orchestrine da ballo e saltuariamente viene chiamato a suonare presso l’orchestra del Teatro Coccia, in occasione delle stagioni liriche. Inoltre sarà per diversi anni la prima tromba e il flicorno soprano della Banda di Novara.

Al momento del pensionamento si trasferisce con la famiglia a Vespolate e comincia ad insegnare la musica ai ragazzi del paese, formando una piccola banda chiamata “La Bandina”. Le sue materie di insegnamento spaziano dalla tromba al pianoforte, dai solfeggi agli esercizi, senza trascurare preziose lezioni di vita e momenti di discussione e svago.

Molti sono i giovani di Vespolate che sono cresciuti con i suoi insegnamenti e che oggi lo ricordano con affetto e stima.
Famose sono rimaste alcune sue massime:

La musica decade in un animo timido.

Volendo significare che nella musica occorre dimenticarsi di se stessi e suonare solo per il piacere di farlo.

La paura è la prima nemica dell’arte.

Ossia che nell’arte e nella musica è necessario avere coraggio e prendere di petto qualsiasi tipo di situazione, senza mai spaventarsi.