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Cascine

Il comune di Vespolate conta nel sue campagne 12 cascine: Barze, Berzottina, Canè, Casone, Colombera, Fornace, Goretta, Malpaga, Molino Coste, Mondurla, Mondurletta e Torchietto, alle quali vanno aggiunti i numerosi edifici rurali, alcuni dei quali molto antichi, che sorgono all'interno del centro abitato[1].

Azienda Agricola Rapio

Cascina azienda agricola Rapio

Il caseggiato principale dell’azienda, affacciato su Via Gramsci al numero 9, risale al 1892 ed è di notevole interesse storico ed architettonico. Recentemente restaurato e tinteggiato reca sulla facciata un piccolo affresco rappresentante la Crocifissione.
Fino agli anni '90 la tenuta (70 ettari) era affidata a due famiglie di mezzadri che si occupavano una dell’allevamento del bestiame e l’altra delle coltivazioni. A metà anni '90 l'intera azienda venne ripresa in mano dal proprietario, la stalla fu smantellata e riutilizzata come area di confezionamento del riso che è infatti curato in tutte le fasi, dalla coltivazione fino alla vendita al minuto.

Cascina Barze (o Barzè)

Cascina Barze

Si trova sulla strada provinciale 8 per Tornaco, all’altezza del bivio per Terdobbiate, nei pressi del fontanile omonimo. Non si conosce se l’attuale nome del caseggiato sia dovuto a quello del fontanile o viceversa, oppure se derivi dalle caratteristiche idro-morfologiche dei terreni circostanti, definiti “barzosi”, ossia che hanno difficoltà ad asciugarsi e che pertanto si mantengono sempre umidi. Prima di assumere l'attuale nome la cascina era denominata “Ceregona”.

La struttura a corte rettangolare, allungata da est ad ovest, presenta elementi architettonici ottocenteschi e novecenteschi sebbene pare che la sua origine sia assai più remota trattandosi probabilmente di un’antica cascina fortificata. La parte più antica è quella attualmente non abitata.
Lo stemma in pietra collocato sul portone d’ingresso è stato rinvenuto nel corso di una ristrutturazione.
Una targa in stucco affissa sulla parete del ballatoio reca l’anno 1817. Sull’edificio delle ex stalle si può invece leggere la data 1929. Ai primi anni del Novecento risale anche l’edifico a due piani che ospita il pollaio.

La proprietà conta 60 ettari (900 pertiche) di estensione e l’attività è dedita alla coltivazione del risone.
Fino al 1978 l’azienda contava anche un allevamento di mucche da latte e carne; in seguito l’attività zootecnica è stata dismessa, come nella maggior parte delle cascine del territorio.

Cascina Bertottina

Cascina Bertottina

È situata sulla S.P.78 che porta a Robbio, poco prima del ponte sul torrente Agogna.
Insieme alla cascina Casone, la cascina Bertotta di Confienza e la cascina Grande di Nicorvo, fa parte delle aziende che nel 1650 appartenevano al conte Piotti, il quale fece bonificare la zona drenando le acqua del Cavo Piotti che tuttora scorre sul lato est del complesso. In passato la forza dell’acqua era usata per azionare la pila per la lavorazione del riso della quali si possono ancora osservare gli  ingranaggi. Successivamente le proprietà vennero donate all’Ospedale Civile di Vigevano che, fino al 1980, le affittò ad alcuni agricoltori, raccogliendo così fondi per l’ospedale.

Oggi la Bertottina ha una dimensione di circa 100 ettari (1500 pertiche) ed i terreni sono coltivati per metà con riso e per l’altra metà con mais, pioppi e soia a rotazione.
Anche in questa azienda fino agli anni ottanta era presente un allevamento di bovini (con numero era imposto) che terminato il ciclo produttivo è stato abbandonato. Oggi vengono allevati solo pochi capi per uso personale.

La struttura dell’edificio è a corte rettangolare mancante del lato sud che ha subito una demolizione. L’ingresso principale è a nord ma in precedenza ne esisteva un secondo sul lato opposto.
Ad est, oltre alla pila, si trovava il caseificio dal caratteristico pavimento rialzato per la conservazione dei formaggi, tuttora visibile, e un locale adibito a cappella. Ad ovest si trovavano invece le stalle, il forno ed il mulino. Infine sul lato nord si trovavano le abitazioni e gli alloggi per i lavoranti stagionali. In un angolo del cortile era presente la ghiacciaia, scavata nel terreno e debitamente ombreggiata da piante di robinia. La cascina, che fino alla metà del secolo scorso ospitava ancora quasi 30 persone, poteva quindi considerarsi come un piccolo villaggio autosufficiente.
Della struttura originaria si è conservata la stalla ed il lato nord, in parte ancora abitato. Nell’angolo nord-ovest in anni recenti è stata eretta una scenografica torre a pianta quadrata; essa si articola su 3 livelli, ultimo dei quali completamente vetrato.

Tra il 2004 ed il 2011 alcune aree della tenuta sono state utilizzare come ambientazione per l’annuale rassegna artistica “I territori dell’arte” organizzata dall’Associazione IdeaVita di Vespolate.

Cascina Canè

Cascina Canè

Situata nelle campagne a sud-est dell’abitato è una cascina piuttosto recente, costruita nel 1927. La struttura costa di un’abitazione a ballatoio sul lato sud ed una stalla sul lato opposto, tuttora funzionante. Sulla facciata della casa si può osservare un affresco malandato che ritrae il beato Pacifico.

Cascina Casone

Cascina Casone

L’ampia tenuta sorge poco distante dalla provinciale per Robbio, superato il torrente Agogna, al confine con i territorio comunale di Confienza e Robbio. Si racconta che sia sorta su un antico insediamento longobardo anche se mancano prove storiche a confermarlo. Nei pressi della cascina pare che esistesse anche un monastero del quale l’unica traccia rimasta è rappresentata da una chiesetta già in comune di Robbio.
Gli edifici più antichi, che ospitano la stalla e le abitazioni, sorgono a nord-ovest e presentano caratteri edilizi sette - ottocenteschi, in netto contrasto stilistico con le recenti dimore costruite a sud. Alle spalle della stalla si trova una peschiera ancora utilizzata.

Negli anni ‘50 l’azienda agricola aveva una produzione molto variegata con allevamenti di bovini e suini e coltivazioni di grano, riso e mais. Negli anni ’60 ampie zone di terreno furono piantumate con pioppi, a salvaguardia del territorio. A partire dal 1970 iniziò la monocultura a riso, mentre negli anni 1978-80 il settore zootecnico, come nelle altre aziende, venne chiuso. Oggi nella proprietà, che misura 133 ettari (1995 pertiche), l’80% del territorio è coltivato a riso, il restante 20% con orzo e soia a rotazione.

Cascina Colombera

Cascina Colombera

Dalla strada provinciale n.97 della Mercadante, all’altezza della cascina Molino Coste, si dirama una strada sterrata che giunge alla cascina Colombera, situata non lontano dalla riva sinistra del torrente Agogna. Si racconta che il nome derivi da un affresco su un muro, raffigurante un volo di colombe ed una bandiera tricolore, del quale oggi non rimangono che poche tracce sbiadite. Secondo Don Ernesto Colli negli anni Cinquanta era la più grande delle cascine vespoline con una popolazione che superava le 40 unità.

L’ampio complesso ha forma rettangolare allungato da nord a sud; ad est si trovano le abitazioni mentre sul lato opposto c’erano le stalle, oggi utilizzare come magazzini. Un cassero situato davanti all’abitazione riporta la data 1872.
Sul lato sud sorge l’edificio che un tempo era utilizzato da alloggio per le mondine ancora ben conservato. Sullo stello lato esisteva anche il caseificio attualmente adibito ad altri usi. Dell’antica ghiacciaia non è rimasta traccia.

Cascina Fornace

Cascine Fornace (a sinistra) e Torchietto (a destra)

Sorge sull’ultima lingua meridionale del terrazzo Novara-Vespolate, in posizione rialzata rispetto al territorio circostante,  lungo la strada provinciale della Mercadante. Il nome della cascina deriva dall’antica fornace che qui sorgeva e dalla quale sono usciti molti dei mattoni da costruzione utilizzati a Vespolate e dintorni a partire probabilmente dal Seicento. La conversione in edificio agricolo si è avuta nella seconda metà del XIX secolo.

Il complesso è costituito da un’ampia corte rettangolare sulla quale si affaccia il vecchio fabbricato delle abitazioni a sud mentre sugli altri lati sorgono costruzioni più moderne e qualche edificio di inizio Novecento.

Nel primi anni 2000 l’azienda ha abbandonato il settore zootecnico e la multicoltura per dedicarsi esclusivamente alla produzione del riso che viene curato in ogni fase dalla semina, alla lavorazione fino alla vendita del prodotto finito. La proprietà consta di circa 80 ettari di terreno.

In anni recenti la cascina Fornace si è distinta a livello locale per aver selezionato una nuova varietà di riso denominato Artiglio.

Cascina Goretta

Cascina Goretta

La Goretta è raggiungibile tramite una strada sterrata che inizia a sud del cimitero, diramazione della strada vecchia per Borgolavezzaro, chiamata dagli agricoltori “strada della guardia”; tale nome è probabilmente riconducibile al fatto che durante la battaglia di Novara del 1849 la cascina fu usata come luogo di guardia in quanto considerata punto strategico. L’esistenza della struttura è sicuramente precedente al 1908, data un cui viene citata in un atto notarile.

Cascina Goretta - edificio del mulino

La tenuta sorge sulle sponde del Cavo Panizzina che veniva utilizzato per produrre elettricità. Negli edifici sul lato est, a ridosso di quelle che un tempo erano le abitazioni degli agricoltori, sono ancora conservati gli ingranaggi delle turbine e del mulino con la pista del riso, non più utilizzati dagli anni ‘50. La produzione elettrica su attestava sui 115 Watt, oggi irrisoria, ma sufficiente all’epoca per far funzionare il mulino.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo l’azienda possedeva un’estensione di terreni molto più ampia dell’attuale. Nel 1914 l’allora proprietario Dott. Ernesto Biscaldi morì lasciando la proprietà ai due figli; sei anni dopo uno dei figli vendette la sua parte di fabbricati e terreni, i primi furono acquistati dal fratello mentre le terre, estese fino al cimitero del paese, furono frazionate fra numerosi acquirenti. Nel 1929 tutta la proprietà rimasta passò alla famiglia Rossi che nel 1935, a causa di difficoltà economiche, fu costretta a cederla ad una società milanese. Infine, nel 1963, la tenuta venne concessa in affitto ai fratelli Invernizzi.
Oggi l’azienda misura un centinaio di ettari d’estensione, coltivati a rotazione con riso (50%) e mais (25%). Un quarto dei terreni sono inoltre coltivati a prato, usato in parte come sovescio[2] e in parte per l’alimentazione del bestiame. La Goretta è infatti una delle poche cascine vespoline ad aver mantenuto in attività e sviluppato il settore dell’allevamento bovino con una stalla che conta circa 150 vacche.

Cascina Goretta - ingresso

Il complesso architettonico è formato da due corti disposte lungo l’asse nord-sud. Nella prima corte, dove si trovavano il forno del pane ed il caseificio, non più esistenti già nel 1963, sorgono oggi un’abitazione disabitata e vecchi edifici usati come magazzini. Nella seconda corte, più antica della precedente, esistono ancora due belle stalle ottocentesche con caratteristici soffitti voltati (su un pilastro della stalla ad ovest è riportata la data 1868). Sul lato sud sorge l’abitazione dei proprietari sulla quale è conservato un affresco della Madonna datato 1872. Ancora più a sud si trova una moderna stalla.

Cascina Malpaga

La cascina, unica fino a pochi anni rimasta disabitata, risale probabilmente alla fine dell’Ottocento. Si trova leggermente discosta dalla strada provinciale n.97, non lontano dal torrente Agogna e circondata da un sistema di piccoli canali e chiuse. La struttura molto semplice ha impianto a “L”: l’abitazione occupa il lato ovest mentre i casseri e le stalle si trovano sul lato nord.

Cascina Molino delle Coste

Situata ai margini della strada Mercadante deriva probabilmente il suo nome da un antico mulino in passato sfruttato dalla vicina cascina Colombera e dalla zona chiamata appunto "Coste". Su carte risalenti all'inizio del XX secolo non compare nemmeno l'appellativo di cascina ma unicamente quello di Molino.
L’impianto, di modeste dimensioni, è un quadrato di forma quasi regolare e presenta caratteristiche architettoniche di inizio XX secolo.
Alle spalle della cascina si trova il campo volo per ultraleggeri “Gianni Cerutti Fly” inaugurato nei primi anni 2000.

Cascina Mondurla

Cascina Mondurla
Cascina Mondurla nel 1997

La Mondurla è sicuramente uno dei complessi agricoli più antichi di Vespolate, situata lungo la Provinciale n.97 all’altezza del bivio che conduce al vecchio guado sul torrente Agogna (“Rimilina”), distante poche centinaia di metri. In questa zona sorgeva probabilmente la scomparsa località di Stodegarda, possedimento dei conti di Pombia.

Nella cascina sono riconoscibili strutture di epoca settecentesca nonostante le trasformazioni operate verso la fine dell’Ottocento. Sul lato est, presso l’ingresso alla corte, sorge l’edificio delle ex stalle, recentemente restaurato, con il piano superiore caratterizzato da grandi archi. Sul lato nord vi sono le abitazioni e altri edifici tra cui il dormitorio delle mondine e l’essiccatoio che riporta la data del 1860.

Elemento di grande interesse è la piccola chiesetta dedicata a San Lorenzo al Pozzo che conserva al suo interno un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna tra due santi, in buono stato di conservazione.

Cascina Mondurletta

Cascina Mondurletta

Sorge pochi centinaia di metri a nord-ovest della Mondurla, a breve distanza da un’ansa del torrente Agogna; la si raggiunge da una strada sterrata che si dirama dalla provinciale n.97.
L’impianto è separato in due parti dalla strada: da un lato si trova la recente abitazione dei proprietari, dall’altro la cascina vera e propria, costituita da una corte rettangolare circondata da edifici piuttosto antichi. Un capannone in cemento sul lato est ingloba parte di alcuni vecchi edifici; sul lato opposto si trova l’ingresso al cortile ed alcuni casseri; a nord vi sono le vecchie abitazioni, oggi adibite a legnaia, mentre ad est ci sono le stalle, ormai inutilizzate.

Prima di trasformarsi in azienda agricola la struttura era probabilmente un antico convento, dipendente dall’abbazia di San Lorenzo di Novara. Ancora oggi si può osservare la piccola torretta posta sul tetto della vecchia abitazione che in passato doveva fungere da campanile.
Altre testimonianze del ruolo ecclesiastico della costruzione sono l’iscrizione posta sulla parete sinistra dell’androne d’ingresso che recita «1733 MASTRO GIOVAN BARTOLA FECIT» ed i due affreschi ormai sbiaditi posti sulla pareste orientale esterna raffiguranti uno la “Crocifissione” e l’altro una Madonna.

Cascina Torchietto

Cascina Torchietto

Si tratta di un piccolo edificio agricolo situato a fianco della cascina Fornace; sulla base degli elementi architettonici si può presumerne un’origine tardo ottocentesca. L’impianto è formato dall’abitazione sul lato nord e dai casseri sul lato est, disposti attorno ad un’aia.

Nota

  1. ^ La maggior parte dei dati riportati in questa pagina risalgono al 2003 e potrebbero non essere sempre aggiornati.
  2. ^ Tecnica di interramento consistente nel sotterrare piante allo stato fresco nello stesso terreno in cui sono cresciute in modo da renderlo più ricco di sostanze organiche e, quindi, più fertile (fonte: De Mauro Paravia).