Sul sito dei carabinieri ho trovato una pagina che parla del risorgimento in Sicilia negli anni in cui ha operato il Malusardi
Ho fatto qualche taglio perchè è un po' lungo ma si capisce che negli ultimi 130 anni è cambiato ben poco (come dimostrano le vicende di Falcone e Borsellino):
"...L'epopea risorgimentale aveva fatto immaginare un meridione libero dall'occupazione straniera e, finalmente, libero di svilupparsi. La situazione successiva smentì le attese della vigilia. I baroni siciliani volevano mantenere l'antico ordine dei privilegi .....Tutte le contraddizioni irrisolte del Risorgimento esplosero, ....Lo Stato unitario aveva accentuato le contraddizioni, cercando di introdurre nell'isola il rigore della mentalità piemontese e, attraverso particolari leggi, aveva inaugurato una fase di modernizzazione che appariva come un'invasione straniera caratterizzata da soprusi e oppressione. Venne inasprita la pressione fiscale ...fu introdotta la leva militare obbligatoria. Centinaia di giovani si diedero alla macchia, creando o alimentando nelle campagne le bande di briganti.
Gli organi dello Stato, per fronteggiare una situazione ai limiti dell'ingovernabilità, fecero ricorso a dure misure repressive, inaugurando un lungo periodo di governo militare e alimentando nei siciliani il convincimento di essere sottoposti a una dominazione straniera. I metodi liberali venivano sacrificati e del resto non potevano essere in grado di fronteggiare situazioni al limite del terrorismo. La mafia sosteneva la strategia politica della classe dirigente siciliana, che di volta in volta si alleava con i briganti o con lo Stato.....
La più evidente conseguenza di un nuovo patto instaurato può essere trovata nella relazione della commissione parlamentare d'inchiesta del l875, presieduta dall'onorevole Borsani. La commissione concludeva che la mafia era soltanto un fenomeno delinquenziale, retaggio dei tempi borbonici, che aveva come vittime i ceti benestanti ma che era opportuno non sopravvalutare, come in passato aveva fatto qualche ansioso funzionario. Da questo momento comincia quel fenomeno di occultamento tipico del sistema mafioso.
Nel gennaio del 1877 il ministro dell'Interno Giovanni Nicotera inviò a Palermo, con poteri eccezionali, il prefetto Antonio Malusardi, integerrimo funzionario piemontese. L'uomo, grazie anche all'utilizzo di metodi poco ortodossi, in meno di un anno riuscì a far cadere la rete di protezione di cui fruiva il brigantaggio, e in centinaia (tra cui Leone, Salpietra, Passafiume, Rocca e Rinaldi) furono arrestati e processati.
Fin dall'inizio fu evidente che quel che era venuto a mancare al brigantaggio era la protezione della mafia, e ciò fu ancora più chiaro quando il Malusardi, tentando di spingersi oltre la bassa manovalanza, fu fermato e costretto a dimettersi da Crispi, subentrato nel frattempo al ministro Nicotera. "
